Verona - Avesa - Rustico Casale - Vendita - Giardino terreno di 6700 mq Rustico recentemente ristrutturato con ampio terreno pianeggiante di proprietà (2 campi), tutto recintato da muro in sasso. La casa, vincolata dal borgo di antica origine, è a poche centinaia di metri dai servizi. Si sviluppa su due livelli con una splendida cucina ricca di finestre affacciate sul giardino, camino tradizionale e per la pizza, soggiorno, ingresso da portico con portone antico in legno. Al piano terra si trovano 2 camere con bagno, attualmente ad uso B&B o per il personale di servizio. Al primo piano si trovano 4 camere e 2 bagni. Nell'interrato troviamo la taverna, la cantina e la lavanderia. Possibilità di suddivisione in due unità, entrambe su due livelli. Il piccolo borgo di Avesa è situato in una valle poco a nord di Verona. Fino all'inizio del Novecento costituiva comune autonomo, ma a partire dagli anni Venti è diventato una frazione di Verona. Tradizionalmente, gli Avesani praticavano il mestiere di mugnai e di cavatori di pietre e da sempre questo abitato si è contraddistinto per l'operosità dei suoi abitanti, tant'è che una leggenda narra che il toponimo stesso derivi dal vocabolo "ave" ovvero 'ape' nel dialetto del luogo, proprio a testimoniare l'instancabile laboriosità degli abitanti di Avesa. Un'altra interessante teoria fa risalire l'origine del nome della frazione al termine geologico di derivazione lombarda 'aves', che significa 'falda acquifera'. Infatti, con lo spirare del 1700 e l'inizio del nuovo secolo la situazione cambia e fornisce ad Avesa l'occasione di cambiare volto e mestiere e diventare addirittura la 'lavanderia ufficiale di Verona'. Sì, perché in questo periodo cadono definitivamente le servitù relative all'uso delle acque, in precedenza a favore del Comune di Verona. All'interno di questo borgo esisteva infatti una grande quantità di acqua, proveniente da risorgiva, che scorreva attraverso il Lorì, un fiume a tutti gli effetti, che aveva la corsa talmente breve, da non meritare all'inizio neppure un nome proprio. Veniva infatti chiamato 'lo rio'; successivamente il nome mutò in Lorio ed infine in Lorì, nome col quale è conosciuto tutt'oggi. Nel tempo gli Avesani si distingueranno fra tutti, ottenendo una specie di 'esclusiva' nel lavaggio di biancheria da camera e da tavola, dagli esercizi commerciali della città. Più che di lavandai, sarebbe meglio parlare di 'lavandare', poiché furono le donne ad aver esercitato questa dura professione. Celebrate anche dal poeta veronese Berto Barbarani, esse si recavano al fiume Lorì per lavare i panni per conto degli alberghi, degli ospedali e dei cittadini benestanti dell'intera città. Il Lorì nasceva da una risorgiva, ancor oggi visibile nel centro di Avesa e ne scendeva la valle, seguendo all'incirca il tracciato di Via Monte Ortigara; poi scorreva attraverso Via Cesiolo e Via Mameli ed infine si gettava in Adige in un punto compreso fra il ponte Garibaldi e san Giorgio. Oggi il fiume è quasi totalmente incanalato in tubature sotterranee; in brevissimi tratti assai suggestivi nei pressi della sorgente è ancora possibile vedere le sue acque scorrere in superficie. Esso era delimitato da pietre squadrate che avevano la funzione di sostenere sia le "brele" piccole casse di legno rivestite di catrame, sia le "piere" sulle quali si trattava la biancheria. Queste erano inclinate, disposte su due livelli e costituivano il piano di lavoro delle donne. Sulla pietra in alto si insaponava, su quella a pelo dell'acqua si risciacquava. Caratteristico era anche il rumore della biancheria che veniva sbattuta contro la pietra con un tonfo. A volte protette da un riparo, inginocchiate dentro alla 'brela' queste donne immergevano le braccia nell'acqua fredda per tutto il giorno, per lavare le 'robe'. A questa operazione ne seguiva un'altra: la biancheria lavata dalle donne veniva portata nelle rispettive case ed ivi subiva il trattamento con la 'lissia': veniva cioè immersa in una miscela di acqua e cenere di legna e lasciatavi riposare per un giorno. In seguito la biancheria veniva ricondotta al fiume, ove veniva risciacquata definitivamente e posta al sole ad asciugare. Questo mestiere è continuato fino all'ultima guerra, epoca in cui il progresso ha portato anche da noi le macchine ed ha messo la parola fine e questa tradizione. È proprio in quest'area a ridosso della Via Camaldola una tra le più antiche e caratteristiche vie del borgo, dove ancora oggi è visibile una parte del Lorì, che si colloca la soluzione immobiliare qui proposta.
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